AICa3 – Associazione Italiana Calpaina 3
17 giugno
SALUTO AD UN AMICO
17.06.2013
Questa mattina Emanuele, un caro amico, uno di quelli di cui essere fieri ha perso la sua ultima battaglia
contro una malattia che non lascia speranze: la distrofia muscolare di Duchenne.
Studente universitario, poco più che ventenne, era in prima linea nella lotta contro questa malattia,
raccogliendo fondi per sostenere progetti di ricerca e sensibilizzare l’opinione pubblica ad una più costante
partecipazione nonostante i suoi problemi fisici fossero sempre più gravi e ingravescenti. Era il leader del
“Fondo DMD” fondo per la ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne della “Nostra Famiglia”
Era un ragazzo con la voglia di vivere nonostante la pessima qualità di vita dovuta alla degenerazione
muscolare, i suoi sogni che non si discostavano troppo dalla sua realtà, con gli “alti e bassi” tipici delle
persone comuni: Sì, ma lui non era una persona comune, Emanuele aveva la distrofia.
Convivere con una malattia incurabile ed inguaribile è un fardello troppo pesante per un bambino prima, un
ragazzo che stava per diventare adulto poi, un fardello dal quale non si è lasciato schiacciare dimostrando
che anche i momenti di debolezza si possono affrontare e superare.
Questa mattina ci ha lasciato e posso solo tentare di capire il dolore e la sofferenza della sua famiglia che gli
è sempre stata accanto e supportato in ogni iniziativa. L’amore del padre, della madre, della sorella e
l’affetto di tutti quelli che gli sono sempre stati vicini, parenti e amici. Già perchè Emanuele era speciale, non
lo dico per la circostanza.
Sabato scorso è stato il decennale della fondazione del “Fondo DMD” e all’evento creato per l’occasione ho
avuto la fortuna di incontrarlo non sapendo sarebbe stata l’ultima volta. Nonostante il pallore era attivo, si
intratteneva con tutti facendo da “Cicerone” e mentre chiacchieravo con Lui leggevo nei suoi occhi la fierezza
per quanto erano riusciti a proporre e il grande sorriso di soddisfazione anche se poco accennato
mimicamente.
Sapevi che sarebbe arrivato il momento, ed è arrivato.
E’ la vita, Emanuele, un destino inevitabile, ma hai fatto un miracolo vivendo quel che è restato della vita
intensamente, profondamente, con orgogliosa rassegnazione e con la dignitosa accettazione che forse non
tutti i mali vengono per nuocere, che se la malattia può aiutare a dare significato a quella “differenza” che
dà senso alla vita, allora sei stato proprio tu il benefattore di quel prodigio che ha dato senso al tuo esistere.
Ciao fratello.